Il TAR dell’Aquila ha dichiarato illegittima la deroga ai limiti sonori e agli orari degli spettacoli nel centro per la Perdonanza 2023
L’AQUILA – Il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Aquila si è pronunciato ieri, lunedì 10 giugno, sulla deroga ai limiti sonori e agli orari di svolgimento degli spettacoli musicali fino a notte fonda nel centro dell’Aquila emanata lo scorso anno dalla giunta Biondi, in occasione della Perdonanza 2023, giudicandola illegittima.
Nonostante proprio quella deroga abbia contribuito al riaccendersi della vita sociale in un centro storico aquilano ancora prevalentemente disabitato e ferito dal sisma del 2009, il TAR si è schierato dalla parte del gruppo di cittadini irritati dalla privazione del sonno.
A denunciare l’intimità dei residenti violata dal palinsesto mondano della Perdonanza scorsa, è stata l’Associazione Cittadini per il Centro storico.
Come si legge in una nota diffusa dalla cordata di condomini del centro, quello dello scorso anno è stato “un provvedimento gravosissimo per gli abitanti del centro storico che, per due settimane, sono stati privati non solo del sonno, ma della possibilità di godere del loro spazio domestico, invaso fino a tarda notte da un intollerabile frastuono”.
Per un futuro pieno di sonni sereni, lo stesso comitato, in vista della Notte Bianca attesa a L’Aquila sabato 15 giugno, si augura “che la pronuncia del TAR costituisca un deterrente sufficiente ad evitare che il Sindaco [in questo caso Pierluigi Biondi] assuma ulteriori provvedimenti di deroga, a cominciare dalla oramai prossima Notte Bianca del 15 giugno”.
A scanso di equivoci, inoltre, i residenti fanno sapere: “la nostra Associazione valuterà nei prossimi giorni se e come agire per il risarcimento del danno che è stato provocato a chi abita in centro”.
Sebbene gli umori cittadini siano divisi tra simpatizzanti di chi l’estate scorsa avrebbe voluto dormire di più la notte e folle di aquilani che nello stesso periodo hanno volentieri rinunciato al sonno notturno e dormito fino a mezzogiorno, la sentenza del TAR dell’Aquila ha di fatto creato un precedente.