“Non rinunceremo a progetti culturali con Israele”: il Rettore dell’Univaq risponde agli studenti

11 Giugno 2024
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Alesse: “Univaq non intende rinunciare a progetti e programmi di ricerca in collaborazione con Israele perché sono all’insegna del rispetto della ricerca scientifica che garantisce progresso e avanzamenti in vari campi del sapere umano”

L’AQUILA – L’Università degli Studi dell’Aquila non chiude le porte al dialogo culturale e accademico con le università e le aziende israeliane. A confermarlo è il Rettore dell’Univaq, Edoardo Alesse, in risposta ad un comunicato degli studenti dell’Ateneo aquilano giunto a seguito delle manifestazioni pro Palestina condotte prevalentemente dagli universitari di fronte al Dipartimento di Scienze Umane. In segno di protesta, è stata dipinta una mano rossa sulla targa di Palazzo Camponeschi.

“Quanto ai rapporti – dichiara Alesse – che l’Università dell’Aquila intrattiene con le università e le aziende israeliane, si ribadisce che, come da ordine del giorno approvato dal Senato Accademico del 22 aprile scorso, Univaq non intende rinunciare a progetti e programmi di ricerca in collaborazione con Israele perché sono all’insegna del rispetto della ricerca scientifica che garantisce progresso e avanzamenti in vari campi del sapere umano. Nella stessa seduta è stato chiarito come i rapporti di collaborazione con Leonardo Spa non riguardino progetti di ricerca che abbiano applicazioni o finalità militari. Ciò detto, come rettore continuerò a adottare buone pratiche orientate alla preservazione del diritto di esprimere qualunque opinione all’interno degli spazi universitari”. 

Tenere le porte aperte alla cultura e al dialogo non significa chiudere gli occhi di fronte alle atrocità. A tal proposito, il rettore specifica che “la posizione di Univaq è quella espressa più volte dalla Conferenza dei Rettori, che ha sottolineato ‘come l’intero sistema universitario sia unito nella richiesta, ormai pervenuta da più parti, di un’immediata cessazione delle ostilità e del rilascio degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre. Il massacro di civili che da quella data è stato perpetrato nella Striscia di Gaza e la contemporanea distruzione di tutte le infrastrutture, non ultime le università, hanno ormai superato ogni limite accettabile’”.

E aggiunge: “In questo senso, insieme al presidente Mattarella, le università ribadiscono come sia urgente ‘porre fine alla catena di azioni e reazioni e consentire l’avvio di un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile'”.

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