Il 71% delle imprese implementerà l’utilizzo dell’intelligenza nei prossimi due anni
PESCARA – In Italia le imprese che implementeranno intelligenza artificiale generativa nei prossimi due anni sono il 71% e quelle che attendono un grande impatto dell’IA generativa sulla produttività sono il 73%. Purtroppo, nel nostro Paese sono ancora troppo poche le persone sul mercato del lavoro che detengono le competenze per applicare questa tecnologia.
L’Italia è però la prima Nazione europea ad affrontare sistematicamente le tematiche dell’intelligenza artificiale, normandole in piena aderenza all’AI Act. Alla base del lavoro del legislatore, una prospettiva antropocentrica, che promuove lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiali trasparenti e affidabili e l’obiettivo di inquadrare l’Intelligenza Artificiale come una concreta leva per lo sviluppo economico del nostro Paese, per far nascere un ecosistema che renda l’Italia innovatrice anche in questo settore, non solo utilizzatrice di tecnologie che vengono sviluppate tipicamente oltreoceano.
Tema attualissimo e molto sentito anche in Abruzzo quello dell’IA, tanto che imprenditori, manager, rappresentanti di istituzioni e cittadini hanno partecipato in gran numero oggi 6 giugno in Via Raiale 110 bis a Pescara al seminario “90 minuti con Gianluigi Greco“, durante il quale il Presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA) ha spiegato cosa si cela dietro le macchine che creano e quale il loro potenziale impatto sull’economia.
Il Presidente di Confindustria Abruzzo e Confindustria Abruzzo Medio Adriatico Silvano Pagliuca – ideatore del format – ha dichiarato “L’I.A. porterà, come hanno fatto tutte le tecnologie precedenti, una accelerazione importante alla produttività e al PIL. Si ipotizza un impatto importante nei prossimi anni in termini di PIL per i paesi che hanno già adottato profondamente la digital transformation. Ciò che mi preoccupa è lo stato d’adozione nelle Piccole e Medie Imprese italiane: solo il 5% dichiara di avere progetti operativi e, nel complesso, solo il 18% ha approcciato il tema. Ricordiamo però che IA non cambierà il mondo fra qualche anno ma lo sta già cambiando e in alcuni settori lo ha già cambiato. Un cambiamento trasversale, che impatta l’economia, il mondo del lavoro, la ricerca, la società e l’etica. Vogliamo vivere la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale da protagonisti. Ci sarà una trasformazione molto forte, che toccherà tutta la società, soprattutto la classe media, e che andrà gestita a livello politico ed economico. Ci potranno essere modelli diversi, a seconda che l’innovazione nasca nei Paesi democratici o autoritari, con il rischio di una nuova “cortina di ferro”, dove le basi che contano non saranno quelle missilistiche, ma quelle dei data center e l’I.A. In questi ultimi anni abbiamo visto che l’America innova, la Cina replica e l’Europa si illude di regolare. Abbiamo dunque l’impellente necessità di puntare ad un’Europa politica, che sappia essere indipendente. Siamo un Paese di grandi inventori e di imprenditori illuminati quali Olivetti, Mattei e molti altri che hanno fatto tremare il mondo. Anche in questa sfida dobbiamo saper cogliere la nostra capacità di rinascere. Diversamente rischiamo di essere colonizzati dall’AI e ne saremo solo utilizzatori passivi”.