Nel cuore del centro storico del capoluogo, in Piazza Regina Margherita, si trova da ormai dieci anni la bottega del giovane Maestro liutaio aquilano Gino Sfarra
Nel cuore ancora ferito del centro storico dell’Aquila, in Piazza Regina Margherita n. 7, dal 2014 ha aperto bottega un giovane artigiano aquilano, scommettendo coraggiosamente sulla sua città d’origine. Si tratta di Gino Sfarra, Maestro liutaio specializzato in violini, viole e violoncelli fatti a mano nello stile italiano. Il suo laboratorio ha festeggiato ieri dieci anni di eccellente attività, nonostante la crisi dell’artigianato, la ricostruzione a rilento e l’inflazione.
Classe 1991, Gino si è diplomato alla Civica Scuola di Liuteria di Milano a pieni voti, per poi fare ritorno all’Aquila, tra le cui montagne è nato e cresciuto. “L’Aquila ha una storia importante per la musica classica, ci sono diverse istituzioni che se ne occupano e mi è sembrata una scommessa promettente – racconta Gino ad Abruzzo Speciale – La mia ‘mission’ era quella di portare supporto ai musicisti professionisti del posto, perché da dopo il terremoto non c’erano più liutai”.
All’inizio, non chiudere bottega è stata un’impresa, soprattutto per la quantità di macerie che ancora affollavano le strade del centro. “Era un disastro, era difficilissimo venire qui quotidianamente. Sono stato fortunato perché il palazzo dove lavoro è abitato, quindi penso che i condomini abbiano spinto affinché i lavori venissero fatti in tempi brevi. Quando sono arrivato qui a lavorare non era ancora stata ripristinata l’utenza del gas. Tutt’intorno era un cantiere continuo. Ogni giorno venivo qui in mezzo a polvere, betoniere, puzza di diesel e tanti altri disagi… Fino a quando, man mano, tutto si è trasformato. Non è stato facile perché mancavano le attività normali di una città, ma quelle mancano ancora. Manca il fruttivendolo, il piccolo alimentari… Era difficile vivere una città in quelle condizioni, e in parte lo è anche adesso. Tranne i locali serali, qui manca ancora tutto il resto, compreso chi abita e vive la città”.
A spingere Sfarra a rimanere aperto “è stato il mio carattere – confessa Gino – Quando mi impongo una sfida la porto avanti fino all’estremo. Dall’altro lato, ho avuto subito un riscontro positivo dai musicisti professionisti locali. Lo strumento di liuteria, quindi fatto a mano, è un oggetto di un certo valore, ed è un oggetto professionale, destinato a musicisti professionisti. Lo strumento si costruisce in mesi di lavoro e ha un costo rapportato a tutto il lavoro che c’è dietro, quindi c’è voluto del tempo prima di creare una rete di clienti fidelizzati”.
Per creare un violino, solitamente, Sfarra impiega tre mesi, senza considerare i viaggi fatti durante l’anno nelle segherie del nord Italia per procurare i legni migliori. “Sono molto fedele alla tradizione. Noi italiani siamo importanti nel mondo perché tra il ‘500 e il ‘700 i liutai di Cremona, tra cui Antonio Stradivari, hanno creato qualcosa che ha cambiato il mondo della musica, e ancora oggi si trova tra le mani dei musicisti. Quindi utilizzo acero marezzato, di solito proveniente dalla zona dei balacani, abete rosso di risonanza, che cresce sulle Alpi, ed ebano. Reperire materiali belli e abbastanza stagionati, tuttavia, è divenuto difficile, perché siamo tanti e abbiamo purtroppo già tagliato la maggior parte delle piante secolari. Io viaggio parecchio per reperire i legni giusti”.
Ad oggi, Sfarra esporta i suoi strumenti in tutto il mondo, principalmente in Asia e negli Stati Uniti. “Per sei anni consecutivi ho esposto a Shanghai, alla ‘Music China’, la fiera di settore più grande del mondo. Invece negli Usa mi sono creato una rete partecipando a delle competizioni per liutai, che sono anche l’unico modo per avere dei giudizi ufficiali sulla propria produzione. Le due gare più importanti sono la Triennale di Cremona e la VSI Competition negli Stati Uniti. Finora ho vinto tre medaglie: nel 2012 un bronzo per un violino al Concorso Internazionale di Gubbio; nel 2018 un altro bronzo con un violino al Concorso Internazionale di Malta; e nel 2016 ho vinto un argento per una viola al Concorso nazionale per liutai indetto a Milano dall’Associazione nazionale liuteria artistica italiana. Invece per quanto riguarda le cosiddette ‘Olimpiadi della liuteria’, sono fiero di poter dire che mi classifico sempre bene e, per il futuro, mi auguro di vincere delle medaglie anche lì”.
I clienti più affezionati “sono quelli arrivati per primi. Siamo cresciuti insieme dal punto di vista del loro strumento, o meglio, io sono cresciuto con i loro strumenti. Abbiamo lavorato tanto nel tempo, la mia performance è cresciuta molto e ho potuto curare sempre meglio gli strumenti di questi musicisti, che appartengono alle due principali orchestre del territorio: I Solisti Aquilani e l’Orchestra Sinfonica Abruzzese”.
Avendo vissuto in prima persona la trasformazione del centro storico dell’Aquila, secondo Gino “il centro storico è diventato bellissimo, a parte la baraonda serale”.
E aggiunge: “Sono fiero che la mia città, in cui ho investito, sia migliorata tanto nel dopo terremoto. Certo… Prima del sisma era meglio, ma mi piace molto quello che sta diventando. Dal punto di vista culturale, bisognerebbe curare un po’ di più il tessuto sociale. L’Aquila ha storia e cultura, se perdiamo questi due elementi non ci rimane niente. Non abbiamo industrie e una città non si può basare sul turismo”.