L’incontro è stato organizzato dalle Associazioni Coordinamento Codice Rosso, Sbarre di Zucchero, Asperger, Casa Del Popolo, insieme al Garante dei detenuti e altri rappresentanti sia politici e cittadini
TERAMO – Sono trascorsi quasi due mesi dalla tragedia che sconvolse a Teramo la comunità del carcere di Castrogno e la famiglia Guarnieri, dopo la morte del giovane Patrick ritrovato senza vita in cella nel giorno del suo compleanno. La famiglia e gli amici non si arrendono e continuano a chiedere giustizia per quello che secondo loro non è stato un suicidio. E così domani davanti alla struttura si terrà un nuovo presidio organizzato dalle Associazioni Coordinamento Codice Rosso, Sbarre di Zucchero, Asperger, Casa Del Popolo, insieme al Garante dei detenuti e altri rappresentanti sia politici e cittadini che non dimenticano il tragico evento accaduto il 13 marzo. La Procura di Teramo ha aperto un’inchiesta per far luce sulla causa della morte del giovane giuliese.
«Patrick Guarnieri 20 anni era un ragazzo disabile non compatibile con il regime carcerario è morto nel giorno del suo compleanno» – ribadisce Adele Di Rocco, Presidente del coordinamento codice rosso.
«La famiglia Guarnieri non crede nel suicidio e uniti al coordinamento Codice Rosso e molte altre associazioni gridano verità e giustizia e il 4 maggio terremo il presidio dinnanzi al Carcere di Castrogno».
«Patrick rappresenta il fallimento della detenzione Carceraria in quanto non compatibile con il regime Carcerario. Il carcere è un luogo dove le pene vanno espletate ma ma non con la vita. Avvocati di spicco affiancano la Famiglia Guarnieri tra cui l’avvocato Taormina. Noi non molliamo. Il 16 maggio saremo a manifestare a Roma d innanzi al Palazzo del Ministro Nordio».