Castrogno registra il secondo caso di molestia sessuale in pochi giorni: vittima un’infermiera

29 Aprile 2024
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Un detenuto si è fatto portare in infermeria dichiarando di aver bisogno di assistenza sanitaria: lì ha aggredito l’operatrice

TERAMO – Continua a far parlare di sé il carcere di Castrogno di Teramo, sede ormai nota di disordini, aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria, suicidi e tentativi da parte di detenuti, senza dimenticare la situazione in cui versa la struttura tra il sovraffollamento degli internati e la carenza di personale. Un nuovo episodio di violenza si è registrato sabato, a distanza di pochi giorni da un caso simile: un nuovo episodio di molestie sessuali ai danni di un’operatrice sanitaria.

A darne notizia è il sindacato del Sinappe: “Un nordafricano già autore di disordini e aggressioni ai poliziotti, stesso connazionale di un detenuto che nei giorni scorsi si è reso responsabile di fatti a sfondo sessuale verso una dottoressa, con la scusa di necessitare di cure sanitarie, si è fatto portare in infermeria”, si legge nella nota diffusa. “Una volta giunto al cospetto del sanitario, tralasciando le sofferenze che lo avevano spinto a chiedere assistenza, il detenuto ha palpeggiato in modo repentino il seno dell’infermiera presente”.

“Un problema che stiamo attenzionando da tempo – continua nella nota il sindacato – e che non abbiamo esitato a denunciare, con la speranza di una presa di posizione forte da parte dei vertici dell’Amministrazione e purtroppo in questo caso, non si è riusciti a scongiurare il tragico evento. Attendiamo una direttiva che informi i detenuti della più ampia attenzione prestata alla loro condotta durante le visite mediche, una formazione al rispetto delle donne e delle professioni, e che preveda la tenuta in servizio di tutto quanto il personale necessario. Riteniamo che l’ossessivo congedo preteso e imposto dall’Amministrazione al personale già scarso, abbia facilitato la convinzione nei detenuti di una bassa vigilanza e quindi la possibilità di abbandonarsi a gesti inaccettabili che lo Stato, soprattutto nei luoghi di lavoro, ha l’obbligo di prevenire e condannare”.

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