Avrà una durata di 6 mesi nella prima fase e prevede ambulatori extra per medici e infermieri del territorio e un servizio di telemedicina
ROCCASPINALVETI – Un progetto di assistenza sperimentale nell’Alto Vastese che possa dare una risposta concreta alla cessazione dell’attività dei medici di medicina generale negli ultimi anni, alla difficoltà a coprire le carenze per indisponibilità dei professionisti a scegliere le Aree interne, alle preoccupazioni di cittadini e amministratori locali per il rischio di vuoto assistenziale e all’orografia del territorio, che non agevola gli interventi in urgenza.
Di questo si è parlato questa mattina presso la Sala Consiliare di Roccaspinalveti alla presenza del Direttore generale della Asl Lanciano Chieti Vasto, Thomas Schael e dei Sindaci del territorio.
Nel corso dell’incontro è stato illustrato un quadro complessivo dell’assistenza sanitaria, anche alla luce delle innovazioni introdotte dal Decreto Ministeriale 77 che disegna nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale, prevedendo integrazioni tra assistenza primaria e reti di emergenza.
“L’Alto Vastese rappresenta il luogo d’elezione per avviare una sperimentazione organizzativa – ha chiarito Schael – , perché al netto delle cessazioni previste sono solo 7 i medici di medicina generale per 14 mila abitanti, di cui 4.500 fragili. Questo progetto, quindi, è stato tagliato su misura per questo territorio, ma ne valuteremo i risultati fra sei mesi, con la finalità di prolungarne l’attività o di estenderlo ad altre zone delle Aree interne dove potrebbero verificarsi analoghe necessità. Si chiama sperimentale proprio per questo.
Il progetto avrà durata di sei mesi in questa prima fase – ha concluso Schael – al termine dei quali sarà rivalutato alla luce dei risultati raggiunti. Ma ci auguriamo nel mentre di reperire giovani medici di medicina generale che possano appassionarsi alla sfida della nuova sanità che andiamo a realizzare sul territorio”.
Il progetto della Asl contempla la sperimentazione di nuove forme di assistenza, prioritariamente nei comuni di San Buono, Torrebruna e Carunchio, e a seguire Palmoli, Tufillo e Carpineto Sinello, individuati secondo una metodologia che tiene conto dei cittadini che ancora non hanno un nuovo medico dopo la cessazione del precedente. Intanto a Dogliola è stato già aperto un ambulatorio secondario da un medico di medicina generale dello stesso ambito.
Ambulatori extra per i medici del territorio. E’ stata chiesta ai professionisti in servizio nei Comuni del comprensorio la disponibilità ad assistere i cittadini rimasti senza medico, a fronte di una retribuzione stabilita a tariffa oraria, approvata dal Comitato Aziendale della medicina generale e finanziata con i risparmi derivanti dal mancato utilizzo della “quota capitaria”, vale a dire la somma destinata a ciascun paziente per l’assistenza primaria. Le sedi possono essere diverse, ambulatori messi a disposizione da Asl e Comuni o un mezzo mobile.
Ambulatori infermieristici territoriali. Operano in stretto raccordo con il medico di medicina generale e la Centrale Operativa Territoriale. L’infermiere di comunità rappresenta una risorsa importante e determinante nel nuovo modello, perché intercetta i bisogni di salute e svolge una funzione di raccordo tra tutti gli attori del sistema.
Telemedicina. Le tecnologie digitali daranno un importante supporto per colmare la distanza tra cittadini e servizi per la salute, soprattutto per aspetti che possono essere risolti anche non in presenza. Il medico, pertanto, supportato da un infermiere di comunità, dipendente Asl,potrà interagire a distanza in tempo reale con il paziente, anche con il supporto di un famigliare, valutando anche la possibilità della successiva presa in carico da parte della Centrale Operativa Territoriale di San Salvo, già attiva.