Il giorno dopo la prima seduta di Consiglio regionale le opposizioni criticano le scelte fatte dal presidente della Regione nella composizione dell’esecutivo
PESCARA – Non sono trascorse neanche ventiquattr’ore dalla nomina della nuova giunta regionale, che il Movimento 5 stelle e il Pd partono all’attacco del Presidente Marco Marsilio. Per i pentastellati “il discorso di Marsilio è all’insegna della continuità, ma nel senso più negativo del termine”. Per i dem c’è “più attenzione a ruoli e poltrone, meno alle esigenze degli abruzzesi”.
“Dopo una prima legislatura incentrata più ad aumentare il consenso di Fratelli D’Italia in Abruzzo, che a risolvere i problemi dei cittadini – afferma il capogruppo M5s Francesco Taglieri – il Marsilio bis parte a stento con decisioni e rivisitazioni dell’ultima ora sulla composizione della Giunta e degli organi di Consiglio regionale. Il suo intervento, poi, è affidato a una lunga riflessione sulla necessità di aumentare il numero di assessori e sul cambio della legge elettorale. Passano in secondo piano i problemi legati alla sanità, alle lunghissime liste d’attesa, all’occupazione e a tutti quei problemi che vivono giornalmente gli abruzzesi. Viene da chiedersi, quindi, a chi stava parlando realmente il presidente nel suo insediamento. Non certo ai cittadini, ma probabilmente alla sua maggioranza che sembra faticare ancor prima che la corsa inizi. La coperta, più che corta, sembra già piena di buchi”.
“Stessi nomi ai posti di comando, stesse fratture in maggioranza, il metodo adottato per l’elezione del presidente del Consiglio regionale e le frizioni che accompagnano la composizione della giunta confermano le priorità del centrodestra – dicono il segretario regionale del Pd Daniele Marinelli e il capogruppo Silvio Paolucci -. Un dato di fatto confermato dalle scelte per l’esecutivo, dove alcune deleghe sensibili come sanità e agricoltura, che incarnano i più evidenti fallimenti dei primi cinque anni di Marsilio e, insieme, le maggiori priorità che la Regione dovrebbe affrontare, sono rimaste nelle mani dei precedenti titolari. Nessuna discontinuità, nonostante la situazione di stallo in cui si trova l’Abruzzo imponga il cambiamento di strategie, almeno sui comparti più sensibili e non, come abbiamo avuto modo di sentire dal discorso del presidente, il goffo tentativo di giustificare le lunghe liste di attesa, le fughe e gli altri problemi della sanità e non solo, con il fatto che non sono un problema solo in Abruzzo. Non è stato di certo un buon inizio”.