Secondo le risultanze della CTU la donna sarebbe morta a causa di una sovrapposizione di infezioni ospedaliere contratte durante la degenza a Pescara
PESCARA – Il 27 giugno del 2022, nell’Ospedale di Popoli, una donna di 75 anni è deceduta a causa di un aggravamento del quadro clinico già condizionato da patologie croniche e degenerative. La scomparsa della donna, però, ha fatto insospettire gli eredi che da subito hanno chiesto opportune verifiche ritenendo il comportamento del personale sanitario dell’Ospedale di Pescara, dove era inizialmente ricoverata, negligente.
Infatti, il Tribunale Civile di Pescara ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio, nell’ambito dell’ATP (Accertamento tecnico preventivo), dalla quale è emerso che una sovrapposizione di infezioni ospedaliere contratte durante la degenza a Pescara, tra il 16 febbraio e il 24 maggio 2022 ha portato alla morte della donna. Una responsabilità oggettiva della prima struttura ospedaliera dove è stata ricoverata. I consulenti Elvira Moccia e Orazio Grassi nominati dal giudice Federico Ria hanno accertato quello che a loro avviso è stato un comportamento negligente e le omissioni del personale sanitario dell’ospedale pescarese.
La famiglia aveva chiesto di valutare le mancanze relative soprattutto alle condizioni in cui era stata dimessa dal ricovero all’ospedale di Pescara, con gravi lesioni da decubito e altre patologie, intervenute ad aggravare un quadro già serio di patologie croniche e degenerative. E aveva segnalato la mancata applicazione di qualsiasi protocollo sul trattamento delle piaghe, che non c’erano prima del primo ricovero, da febbraio a maggio, e che ormai erano troppo gravi da medicare a casa, e l’assenza di vigilanza sulla paziente, positiva al Covid e ad altri batteri di origine ospedaliera.