Nelle ultime ore si registrano tre suicidi in tre luoghi diversi d’Italia. A Teramo il gesto estremo di un detenuto giovanissimo
TERAMO – Continua a crescere il numero dei suicidi nelle carceri italiane. Gli ultimi tre sono avvenuti a distanza di poche ore nel carcere di Pavia, in quello di Teramo e in quello di Secondigliano. In particolare a Teramo si tratta del secondo suicidio avvenuto a Castrogno nel giro di un mese e mezzo: a fine gennaio si era tolto la vita un detenuto di 37 anni. La tragica notizia di oggi riguarda il gesto estremo di un giovane di vent’anni che si è suicidato nella sua cella, impiccandosi, sembrerebbe nel bagno, ieri, il giorno del suo compleanno. A lanciare l’allarme è stato il compagno di cella. Sono subito intervenuti gli agenti della Polizia penitenziaria e poi gli operatori del 118, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del giovane.
«Un altro suicidio in carcere. Un’altra sconfitta dello Stato di diritto. Mi chiedo a quante altre tragedie “annunciate”, perché di questo si tratta, dobbiamo assistere, prima che si intervenga sulle condizioni disumane degli istituti di pena. A oggi il senso di impotenza, è per me devastante. Recentemente ho visitato la Casa Circondariale di Castrogno, dove ho potuto constatare di persona una situazione che definire critica è solo un eufemismo: sovraffollamento, eccessivo uso di psicofarmaci, problemi legati alle visite specialistiche dell’Asl e ovviamente agenti in sottorganico», ha dichiarato la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi.
«Il totale nel 2024 è di 23 suicidi, uno ogni 3 giorni». Lo sottolinea una nota di Antigone. «Tre detenuti che si suicidano in un giorno segnano il fallimento delle istituzioni. Una tragedia che ci dovrebbe far fermare tutti e programmare azioni e politiche di segno opposto a quelle in discussione. Fermatevi con il ddl sicurezza», chiede Antigone, «e approvate norme di umanità. Ogni suicidio è un atto a sé ma, quando sono così tanti, evidenziano un problema sistemico. Il sovraffollamento trasforma le persone in numeri di matricola, opachi agli operatori. Vanno prese misure dirette a ridurre drasticamente i numeri della popolazione detenuta. Il ddl sulla sicurezza in discussione va nella direzione opposta e potrebbe costituire una esplosione di numeri e sofferenze».