A Pescara il Congresso Scientifico Nazionale sull’anca e le nuove frontiere protesiche

23 Febbraio 2024
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I presidi ospedalieri di Penne e di Popoli fiore all’occhiello della rete ospedaliera abruzzese per gli interventi di questa tipologia

PESCARA – Si è tenuto questa mattina nell’Hotel Victoria di Pescara, il Congresso Scientifico Nazionale sull’anca e le nuove frontiere protesiche dal titolo “Sistemi protesici di anca a doppia mobilità: uno sguardo tra passato, presente e futuro”, responsabile scientifico dr. Domenico Palmieri, Responsabile dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) Ortopedia e Traumatologia dei Presidi Ospedalieri di Penne e Popoli della ASL di Pescara.

Hanno partecipato al congresso esperti provenienti da Francia (dr. Frederic Farizon e dr. Sylvain Rolland), Roma, Bologna e Bari specialisti in Medicina fisica e Riabilitazione, Ortopedia e Traumatologia, Medicina generale, fisioterapisti e infermieri. 

Attualmente sul mercato esistono diversi modelli protesici da utilizzate per trattare la patologia artrosica di anca e  le fratture di collo femore, tra questi esiste un sistema protesico definito:  “a doppia mobilità”, nato in Francia alla fine degli anni settanta, e utilizzata sempre di più negli ultimi anni soprattutto, ma non solo, in pazienti complicati e anziani con deficit neurologici e muscolari che sono maggiormente a rischio della più temibile complicanza di questa chirurgia che è la lussazione della protesi.

Da gennaio 2020 a gennaio 2024 sono state impiantate presso i Presidi Ospedalieri di Penne e Popoli più di 250 artroprotesi a doppia mobilità di cui circa 150 su artrosi e 100 su frattura di collo femore. Ad oggi, utilizzando il sistema protesico a doppia mobilità, non si è ancora avuto un caso di lussazione, sia nei primi impianti che nelle revisioni.

Il Dott. Domenico Palmieri ha affermato:“Visti questi risultati, abbiamo iniziato ad applicare questa tipologia di protesi non solo in pazienti anziani con problemi neurologici ma anche in pazienti giovani con alte richieste funzionali permettendo loro in breve tempo di tornare alle normali attività della vita quotidiana e anche sportiva di ogni tipo (arti marziali, sci, equitazione … ). Ad oggi la nostra scommessa, cosi come nella scuola francese dove abbiamo imparato la tecnica, è quella di dimostrare che questo tipo di protesi è indicata per tutti i tipi di pazienti dall’anziano al giovane, dallo sportivo all’obeso e che il tasso di lussazione sia pari allo zero.”

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