Comitati contro il gasdotto Snam: “C’è rischio di attentati terroristici”

20 Febbraio 2024
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Gli ambientalisti di Sulmona proseguono la loro battaglia contro la realizzazione dell’opera

SULMONA – “Il metanodotto Linea Adriatica è a rischio di attentati terroristici”. È quanto affermano in una nota i Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona che vanno avanti nella loro battaglia contro la realizzazione della centrale di compressione in località Case Pente. I Comitati questa volta prendono spunto da quanto riportato a pagina 4 della relazione integrativa predisposta dalla Snam per l’Arera, e cioè “che il progetto Linea Adriatica consentirebbe di disporre di una dorsale di trasporto parallela e indipendente rispetto a quella esistente, utilizzabile in caso di indisponibilità parziale o totale della linea tirrenica che dovesse verificarsi per qualunque motivazione, sia di natura tecnica sia di sicurezza”. In queste due righe, secondo i Comitati, ci sarebbe la notizia del rischio sulla sicurezza, e addirittura di attentati. “Dunque la Snam prende molto sul serio la possibilità che i gasdotti possano esplodere in seguito ad attentati di gruppi terroristici – scrivono gli ambientalisti in una nota -, e c’è da crederle perché il documento è stato scritto alcune settimane dopo l’esplosione che ha distrutto il Nord Stream, il grande gasdotto sottomarino che, passando sotto il mar Baltico, portava il gas dalla Russia in Germania. Solo che la soluzione prospettata dalla Snam è di una ingenuità sconcertante: perché mai dei terroristi dovrebbero far saltare il metanodotto tirrenico e non quello adriatico? E perchè non tutti e due?” si chiedono gli ambientalisti che aggiungono: “La guerra in Ucraina ha fugato ogni residuo dubbio sul fatto che le infrastrutture energetiche sono obiettivi strategici di primaria importanza e, in caso di conflitti o di azioni terroristiche, esse sono tra le prime ad essere colpite. Sotto questo profilo un impianto come la centrale di compressione di Sulmona sarebbe un obiettivo perfetto. Metterla fuori uso significherebbe rendere inservibile un intero gasdotto di 430 chilometri fino alla Pianura Padana”

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