Presentati questa mattina a Pescara il programma e le liste che appoggiano il candidato presidente del Patto per l’Abruzzo
PESCARA – L’inno di Mameli in apertura della manifestazione, un’analisi approfondita delle condizioni economiche, sociali e culturali dell’Abruzzo, l’elenco delle priorità cui assolvere in caso di elezione, l’appello al voto: è la “Storia da riscrivere”, il programma elettorale presentato questa mattina al teatro Circus di Pescara da Luciano D’Amico, candidato presidente alle prossime elezioni regionali del “Patto per l’Abruzzo”, la coalizione composta da sei liste di candidati, uniti, ha sottolineato D’Amico, “da competenza, esperienza e professionalità”. Nella presentazione del programma, davanti a una folta platea che ha visto riunito lo stato maggiore del Partito democratico e delle forze che si riconoscono nel centro sinistra, D’Amico non ha mancato di indicare gli obiettivi cruciali che intende centrare in caso di elezione. A cominciare dal lavoro: “Occorre dare ai giovani la possibilità di rimanere nella propria terra, offrendo non solo posti di lavoro, ma lavoro di qualità. Senza lavoro priviamo le giovani generazioni della possibilità di costruire una famiglia e di programmare una esistenza”. Grande attenzione è stata data ai temi economici e allo sviluppo territoriale, che passa, ha spiegato l’ex rettore dell’Università di Teramo, dal potenziamento delle infrastrutture e dalle opere pubbliche: “La tratta ferroviaria Pescara-Roma è ancora quella del 1870, siamo privi di ogni collegamento con il Tirreno e con l’altra sponda dell’Adriatico, abbiamo un sistema portuale del tutto inadeguato. Abbiamo necessità di ammodernare le infrastrutture per potenziare il turismo e aiutare il sistema produttivo”. D’Amico ha ribadito l’urgenza di rivitalizzare l’agricoltura, investire sul settore manifatturiero, vincere la sfida dell’economia circolare, puntare alla rilocalizzazione delle industrie e delle imprese, che oggi scelgono altri paesi, rilanciare i centri commerciali, costretti a fare i conti con lo strapotere delle grandi catene, con conseguenze pesanti, ha spiegato, “a livello sociale ed economico”. E poi il turismo “povero e stanco”, incapace di intercettare le grandi occasioni legate alla Capitale, come l’apertura, il prossimo 24 dicembre, della Porta Santa. “Molto di più” è lo slogan, ma più una dichiarazione di intenti, scelto come sfondo alla kermesse. Non sono mancate neppure le polemiche sull’autonomia differenziata: “Tra le prime cose che farò – ha detto D’Amico – in caso in cui venissi eletto presidente della Regione, sarà ritirare l’adesione dell’Abruzzo. Il disegno di legge del ministro Calderoli è la negazione del principio di solidarietà. Per l’Abruzzo significherebbe una perdita di 400 milioni di euro l’anno, il che comporterebbe una macelleria sociale”. Infine l’appello al voto: “Agli indecisi e a tutti gli abruzzesi rivolgo comunque l’invito ad andare a votare. Se gli abruzzesi non riprendono in mano il proprio futuro andando a votare e decidendo del proprio futuro, quel futuro verrà deciso sui tavoli politici del centrodestra romano e in quei tavoli politici l’Abruzzo non solo non è un invitato, ma è una pietanza che viene servita per questo l’appello”.