Truffa fondi Covid, la Guardia di Finanza sequestra 115mila euro ad associazione sportiva: 32 persone segnalate in Procura

9 Febbraio 2024
1 minuto di lettura

L’associazione non aveva mai percepito alcun compenso sportivo prima dell’emergenza pandemica, neanche sotto forma di rimborso spese

L’AQUILA – Centoquindicimila euro ottenuti con la presentazione di false attestazioni dai tesserati collaboratori di un’associazione sportiva dilettantistica della provincia dell’Aquila. La truffa ai danni dello Stato è stata scoperta dal Gruppo della Guardia di Finanza di L’Aquila che ha indagato sui fondi elargiti su disposizione del Decreto Cura Italia e dei successivi, per affrontare l’emergenza economica scaturita dalla pandemia di Covid-19. L’irregolarità è legata al fatto che l’associazione non avrebbe mai percepito, neanche sotto forma del “rimborso spese”, alcun compenso sportivo prima dell’emergenza pandemica, conditio sine qua non per poter presentare l’istanza per l’ammissione al beneficio economico in questione. Secondo le accuse, i collaboratori sportivi hanno ottenuto la prebenda pubblica con la compiacenza del presidente e del segretario amministrativo dell’Asd, allegando nella domanda accordi di rimborso spese “predatati e posticci”. L’attività investigativa ha permesso di segnalare 32 persone alla Procura della Repubblica del Tribunale di L’Aquila. Il sequestro della somma è stato disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale dell’Aquila. “La truffa in danno dello Stato – si legge in una nota – è consistita nel formare, successivamente alla data di emanazione dei provvedimenti governativi di sussidio, contratti di collaborazione, appositamente retrodatati, che prevedessero a favore dei tesserati dei rimborsi che, nella realtà, non erano mai stati concordati né versati in precedenza”. Nello specifico, come spiegano gli agenti della Guardia di Finanza, i due responsabili dell’associazione avrebbero ideato e predisposto gli accordi di rimborso spese retrodatati, contattando ogni singolo giocatore, attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea WhatsApp, facendosi mandare la foto delle firme, che, successivamente, avevano scansionato e riportato sugli accordi stessi, allegati alle domande presentate, facendo, indebitamente, ottenere ai tesserati (molti dei quali all’epoca dei fatti minorenni) l’indennità collaboratori sportivi per gli anni 2019/20 e 2020/21 per 115mila euro.

Altro da

Non perdere