Le famiglie hanno fatto ricorso al TAR: «Chiediamo il commissariamento dell’ufficio scolastico»
TERAMO – L’istruzione e l’inclusione trovano le porte chiuse in una scuola di Teramo, in cui due studenti disabili Cristian e Edoardo da settembre non hanno avuto il permesso di frequentare l’ultimo anno di superiori del Di Poppa – Rozzi. Era una convenzione tra due istituti scolastici a disciplinare il diritto allo studio dei due studenti per via delle loro gravi disabilità. Il Di Poppa – Rozzi infatti aveva sottoscritto l’accordo con un’altra scuola di Villa Vomano, il “Falcone e Borsellino”, in base al quale i due ragazzi potevano frequentare questo secondo polo più accessibile logisticamente rispetto al primo, pur rimanendo iscritti alla scuola di Teramo. Ma quest’anno la convenzione non si è rinnovata.
«Non per colpa di qualcuno ma perché purtroppo siglare questo tipo di atti richiede tempo, accertamenti di conformità alla sicurezza. E i ragazzi ad oggi sono di fatto rimasti senza la possibilità di frequentare l’ultimo anno», ha dichiarato l’avvocato Luigi Guerrieri, che ha patrocinato il ricorso al Tar da parte delle famiglie dei due ragazzi. Attraverso un’istanza cautelare che è stata accolta, l’avvocato Guerrieri ha chiesto in via d’urgenza che il Tar ingiungesse all’amministrazione scolastica di risolvere «questa matassa che io definisco uno stallo burocratico».
«L’amministrazione quest’anno non è riuscita a trovare una soluzione e per questo siamo dovuti andare dal giudice, che nel suo dispositivo spiega che occorre un atto convenzionale. Se c’è qualcosa da condannare è la complessità burocratica, nessuno dei protagonisti istituzionali voleva determinare questo effetto. Però per garantire la sicurezza di ognuno, per non esporsi, il risultato concreto è che questi ragazzi sono rimasti a casa»
«Quello che sta accadendo a Cristian ed Edoardo, due ragazzi disabili, è veramente vergognoso», è lo sfogo della famiglie. «Ma non ci arrendiamo davanti all’inefficienza dell’istituzione scolastica, che da questa storia ne sta uscendo malissimo. Saremo costretti come famiglie a ricorrere di nuovo alla giustizia amministrativa con la richiesta del commissariamento dell’ufficio scolastico competente, con la nomina di uno specifico commissario ad acta, se entro pochi giorni non viene trovata la soluzione migliore per i due ragazzi, per far valere così il diritto universale all’istruzione a loro disconosciuto».