Calenda a Teramo per D’Amico: «Da abruzzese non avrei dubbi su chi votare»

3 Febbraio 2024
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Carlo Calenda a Teramo per Luciano D'Amico

Calenda: «Dovremmo iniziare tutti a votare i candidati che valgono, a prescindere dal colore politico»

TERAMO – «Ha dimostrato capacità di gestione sistemando aziende in difficoltà, è un uomo colto, un professionista, conosce l’economia, ha un’esperienza incomparabile rispetto a Marsilio». È con queste parole che Carlo Calenda si è rivolto ieri pomeriggio a una Teramo che si appresta a scegliere il prossimo governatore in Abruzzo. Parole con cui ha elogiato la figura del candidato a presidente Luciano D’Amico, che ha presenziato con lui, con l’onorevole Giulio Cesare Sottanelli, con l’onorevole Ettore Rosato e con il segretario provinciale di Azione Alessio D’Egidio, sia in conferenza stampa che al comizio che si è tenuto poi in piazza Martiri.

«La sanità abruzzese è a pezzi, gli abruzzesi vanno fuori a curarsi. È il caso di voltare pagina», ha detto Calenda alle circa 300 o forse 400 persone presenti. Per lui un discorso pratico, inutile parlare di schieramenti politici. «Non punto sul colore politico ma sulla persona e forse dovremmo tutti iniziare a votare valutando la qualità dei candidati piuttosto che se sia di una parte o dell’altra». «Per fare la scelta di venire in Abruzzo», continua Calenda, «vuol dire che ci credo davvero, che credo nelle competenze di D’Amico». E sottolinea di puntare davvero tutto su di lui tanto che alla domanda su quale apporto pensa che il M5S possa garantire per un risultato positivo, Calenda non si esprime ma non esprimersi è chiaro: «Ho accettato una coalizione così ampia solo perché credo nel professor D’Amico, il resto non mi interessa».

E poi un’occhio buttato sulla città di Teramo, un riferimento alla domus romana che avrebbe voluto tanto visitare, il dispiacere di vedere luoghi storici e di nicchia della città senza che si avviino progetti di riqualificazione. «Su Teramo c’è un lavoro da fare perché ho visto tante bellezze non esaltate. Una mano dovrebbe arrivare dalla regione: i comuni purtroppo non hanno persone a sufficienza per progettare e la regione in questo senso deve aiutarli».

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