Tutti uniti parlano di «occasione straordinaria di promozione del territorio andata persa»
TERAMO – «Un’occasione straordinaria di promozione del territorio che poteva concretizzarsi, come momento iniziale a cento giorni dall’inizio del Giro, con la breve illuminazione di rosa di parte del Gran Sasso, la cui immagine sarebbe stata veicolata a livello internazionale attraverso i canali ufficiali predisposti da RCS. Un’occasione andata persa». È il comune sentire della polemica sollevata dal presidente della Provincia di Teramo Camillo D’Angelo, dal presidente del GAL Gran Sasso Laga Carlo Matone, dai sindaci di Isola del Gran Sasso Andrea Ianni, di Pietracamela Antonio Villani e dal referente per l’Abruzzo di RCS Sport Maurizio Formichetti.
«Un progetto per il quale, tuttavia, il Parco nazionale Gran Sasso-Laga ha recentemente espresso parere negativo. I termini per la presentazione della richiesta sono scaduti il 24 gennaio e l’occasione è sfumata definitivamente». C’è tanto rammarico dietro al parere sfavorevole dell’Ente Parco riguardo alla richiesta di illuminare il paretone del Gran Sasso in occasione del Giro d’Italia. Parere che presenta come motivazione il “disturbo alla fauna locale”. Ma al rammarico si aggiunge una determinazione per il futuro. «Si cambia passo», ha detto il presidente della provincia, «per troppo tempo l’Ente Parco ha varcato i limiti dei suoi poteri e per troppo tempo i piccoli comuni sono stati sprovvisti di un aiuto amministrativo, tecnico e legale. Non sarà più così».
«Cosa dovrei dire al presidente Navarra? Nulla, di imparare a riconoscere i confini dei poteri affidati agli enti locali e di quelli affidati al parco. Abbiamo studiato la norma, siamo più preparati. Inoltre è stata una situazione ripresa dai media a livello nazionale, è la prima volta», ha commentato il presidente del Gal Carlo Matone.
Un commento è arrivato anche dalla candidata alle regionali in Abruzzo Francesca Persia che ha parlato di «miopia sulla valorizzazione delle nostre bellezze naturali e, in maniera particolare, di comunicazione a livello mondiale, che non può passare inosservata». Per la Persia «Gestire non vuol dire solo mettere dei paletti, imporre delle regole e dire sempre di no a ogni richiesta. Gestire, come dovrebbe fare ogni buon padre di famiglia, significa soprattutto valorizzare un territorio, renderlo appetibile, fruibile e attrattivo. E’ ora di finirla con un Parco che condiziona in maniera pesante la vita di chi ci vive, di chi ci opera, di chi ci lavora, mettendo avanti solo interessi esclusivamente ideologici che nulla hanno a che vedere con il benessere della natura e della fauna che arricchiscono le zone interessate e sono totalmente miopi di fronte all’aspetto antropologico della zona dove non c’è solo quello faunistico».