Accompagnato dagli assessori Daniele D’Amario e Nicola Campitelli, si è parlato di assistenza sanitaria e collegamenti viari
CHIETI – Casalanguida, Guilmi e Carpineto Sinello, questi i Comuni della provincia chietina raggiunti nel pomeriggio di ieri dal presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, in visita istituzionale insieme agli assessori Daniele D’Amario e Nicola Campitelli.
A Casalanguida, il sindaco Luca Conti, prima dell’incontro in Municipio, ha fatto visitare al Presidente il museo della banda. Marsilio ha fatto visita nella scuola dell’edificio Remo Gaspari alla presenza della dirigente professoressa Aida Marrone, delle insegnanti e dei bambini. Si tratta di una scuola che sperimenta il metodo Montessori. Il presidente si è intrattenuto a parlare con loro che con pazienza hanno atteso il suo arrivo.
La comunità di Guilmi, rappresentata dal sindaco, Carlo Racciatti, ha accolto Marsilio in una sala consigliare piuttosto gremita. “L’assistenza sanitaria, anche nelle zone di media montagna come questa, – ha detto Marsilio – non è facile da garantire in maniera capillare. Del resto, non è che possiamo sperare o pensare di spostare medici ed infermieri che operano in distretti sanitari ed ambulatori dove c’è un numero importante di Comuni e soprattutto di residenti – ha proseguito- e così sono i cittadini dei piccoli Comuni a diversi spostare per effettuare visite o esami. Per questo, utilizzando i 200 milioni di euro di fondi del PNRR, contiamo di rafforzare la sanità territoriale”.
A Carpineto Sinello, comune di circa 600 abitanti, il problema principale è rappresentato dai collegamenti viari mentre la valorizzazione del castello ducale, monumento principe del paese, che ha origini medievali, potrebbe essere la molla per uno sviluppo turistico diffuso del territorio. Il sindaco Antonio Colonna ne ha fatto immediatamente cenno al cospetto del presidente Marsilio.
“In questi anni – ha detto il Presidente- abbiamo cercato di sbloccare vicende ferme da decenni come la legge urbanistica e quella sulle comunità montane che nessuno riusciva a sciogliere. Così come abbiamo licenziato la legge contro lo spopolamento. Tutto questo nonostante si sia stati, almeno per un paio d’anni, letteralmente bloccati dalla pandemia. Sono almeno 30-40 anni che non si fanno grandi opere in Abruzzo. Noi abbiamo fatto ripartire i motori e siamo riusciti, – ha ricordato – a portare sul territorio circa 500 milioni di euro per l’edilizia sanitaria. Del resto, la rete ospedaliera, che abbiamo approvato dopo anni di immobilismo , – ha aggiunto – è il presupposto essenziale per ricevere finanziamenti statali di un certo spessore. Intanto, proprio in questi giorni – ha concluso- stiamo chiudendo il percorso dell’Accordo di coesione che porterà in Abruzzo le risorse del fondo Sviluppo e Coesione e qui potranno trovare spazio molte esigenze delle comunità locali”.