Dal sindacato di polizia penitenziaria la denuncia: «Sono 10 anni che segnaliamo questi fatti»
TERAMO – La polizia penitenziaria ha rinvenuto due telefoni cellulari nascosti all’interno di un paio di scarpe, che un famigliare ha tentato di far entrare nel carcere di Castrogno di Teramo e di consegnare a un detenuto. «L’ingresso illecito di cellulari negli istituti è ormai un flusso continuo», denuncia Giuseppe Pallini, segretario provinciale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
Nella giornata odierna infatti la moglie di un detenuto campano ha tentato di far entrare all’interno del carcere due telefoni cellulari, uno micro e l’altro smartphone, abilmente nascosti in un paio di scarpe che avrebbe scambiato con quelle del marito, una volta ammessa a colloquio. Gli agenti di Polizia Penitenziaria hanno controllato le scarpe sia con il metaldetector che con lo scanner, rinvenendo sul fondo i due telefoni.
«Non si contano più i rinvenimenti e i sequestri di questi piccoli apparecchi. Le vie d’ingresso diventano molteplici, come le scarpe nel caso di specie ma non ultima anche quella aerea a mezzo droni che sempre più spesso vengono avvistati e intercettati – ha aggiunto Donato Capece, segretario generale del SAPPE – La cosa grave è che denunciamo queste cose ormai da più di dieci anni e nessuno ha ancora fatto qualcosa. Tra l’altro, è assurdo che gli apparecchi per accertare la presenza dei telefoni cellulari non vengano usati nelle celle, ma durante lo svolgimento delle prove d’esame scritte del personale di polizia che ambisce ad acquisire il grado superiore! È una vergogna!».