Chiesto il rinvio a giudizio invece per l’assistente capo, si torna in aula il 18 gennaio 2024
VASTO – La pubblica accusa ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste per la direttrice del carcere di Vasto e coordinatrice dello staff multidisciplinare di accoglienza e sostegno Giuseppina Ruggero e il rinvio a giudizio dell’assistente capo coordinatore in servizio presso la Polizia Penitenziaria e addetto alla sorveglianza dei detenuti, Antonio Caiazza, nell’udienza preliminare celebrata ieri dinanzi al Gup del Tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale, per il suicidio dello psichiatra e dirigente Asl di Pescara Sabatino Trotta.
Un suicidio avvenuto il 7 aprile 2021, a poche ore dall’arresto del dirigente nell’ambito di un’inchiesta su una gara da più di 11 milioni di euro indetta dalla Asl pescarese per l’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extraospedaliere.
Il 21 settembre scorso era stato deciso un ulteriore rinvio per l’udienza preliminare a carico di Ruggero e Caiazza perché tre delle parti civili costituite, cioè i genitori e il fratello di Trotta, erano state autorizzate a citare il responsabile civile, cioè il ministero della Giustizia-Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che poi è il datore di lavoro di entrambi gli imputati.
Le ipotesi di reato nei confronti di Ruggero, difesa dall’avvocato Massimo Solari, e Caiazza, difeso dal legale Marisa Berarducci, sono omicidio colposo e violazione di norme sulla prevenzione di suicidi e di sorveglianza in generale, perché “avrebbero cagionato o comunque non impedito il decesso di Sabatino Trotta”, che si è impiccato con il laccio dei pantaloni della tuta legandolo al gancio di apertura della finestra.
Trotta, al tempo dirigente medico dell’Asl di Pescara, era finito in carcere su disposizione del Gip Nicola Colantonio come richiesto dalla Procura della Repubblica per presunta gara pilotata per la gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere, del valore complessivo di oltre 11.3 milioni di euro. L’uomo aveva 55 anni ed era di Castiglione a Casauria, ma residente a Spoltore. Trotta si è suicidato il 7 aprile 2021, nel carcere di Vasto, a poche ore dall’arresto, impiccandosi con il laccio dei pantaloni della tuta legandolo al gancio di apertura della finestra, perdendo così la vita nonostante i soccorsi della polizia penitenziaria e degli operatori del 118.
Sarebbero infatti state commesse delle omissioni in seguito alle quali Trotta avrebbe saltato il protocollo che viene normalmente applicato all’ingresso in carcere dei detenuti, ovvero la visita effettuata dallo psichiatra e dal psicologo, togliendosi poi la vita in cella a poche ore dall’arresto.
Trotta, inoltre, non sarebbe stato sottoposto ad alcuna perquisizione dopo il suo ingresso nel carcere di Vasto, avendo così modo di impiccarsi con il laccio del pantalone della sua tuta. Si tratta di un gesto che si sarebbe ovviamente potuto evitare se l’uomo fosse stato sorvegliato e custodito costantemente come previsto dalle norme.
A Trotta fu anche permesso di tenere nella propria cella un televisore, che gli ha dato modo di seguire tutte le notizie che parlavano del suo arresto.