Il sindaco Ferrara e l’assessore Pantalone: “Eravamo certi di aver agito nel rispetto di normative e accordi. La decisione dei giudici ci dà ragione su tutta la linea”
CHIETI – Il Tribunale amministrativo regionale si è pronunciato respingendo la richiesta di sospensiva sulla decadenza della gestione dell’impianto sportivo di Filippone, determinatasi a fronte di una serie di inadempienze da parte del soggetto gestore, la Asd Teate Volley.
“In merito all’impianto sportivo di Filippone, l’ordinanza del Tribunale amministrativo regionale ci dà ragione su tutta la linea, sottolineando la correttezza degli atti prodotti dall’Amministrazione di accertamento e verifica, nonché dei tempi dell’azione degli Uffici”, questo il primo commento del sindaco Diego Ferrara e dell’assessore allo Sport Manuel Pantalone.
“Il risultato che la città incassa oggi è importantissimo ed è la risposta più forte e chiara circa il nostro operato anche a quanti ci hanno contestato accusandoci di inerzia – riprendono – . La minoranza che non ha fatto altro che attaccare con argomenti che non stavano in piedi, diceva corbellerie e le ragioni dell’oggi ex gestore non erano in nessun modo né possibili e né convincenti, tant’è che l’ordinanza lo scrive a chiarissime lettere. Il testo dirime anche un aspetto tecnico, quello sulla CILA in sanatoria presentata dall’allora gestore, stabilendo che il Comune ha agito quando doveva, cioè dopo aver accertato le violazioni e la situazione aggiornata dell’impianto. Nel pronunciamento è chiarito che non era quello urbanistico il fulcro del problema, bensì le ripetute violazioni della convenzione che il gestore, finché è rimasto tale, non ha sanato. Situazione che dopo più diffide ha portato alla decadenza della concessione per via degli inadempimenti riscontrati dagli uffici, ai quali va il nostro ringraziamento per l’ineccepibile lavoro svolto. Questa è la verità, che noi abbiamo sempre affermato e che oggi viene stabilita anche dalla giustizia amministrativa. Il Comune ha fatto tutto il possibile perché le normative e la convenzione venissero rispettati, anche al fine di rendere fruibile gli spazi per la città, ma non c’è una verità possibile di fronte alle tante lacune che sono state riscontrate e che per la loro importanza sono al vaglio anche di ulteriori verifiche.
Avevamo invocato chiarezza e l’abbiamo avuta. Avevamo detto che sarebbe emersa dalle carte e così è stato, un atteggiamento di massima trasparenza e collaborazione sempre assicurato anche a fronte dell’attenzione dedicata all’argomento da parte di organi terzi, perché c’erano fatti incontrovertibili che l’ordinanza conferma”.