I 12 consiglieri di opposizione hanno abbandonato l’aula al momento del voto, seguiti dai tre consiglieri di Liberi a Sinistra
CHIETI – È stato approvato nella tarda serata di ieri il Bilancio stabilmente riequilibrato del Comune di Chieti, il primo libero da debiti, ma non senza polemiche.
La lunga maratona del consiglio comunale ha portato sì all’approvazione del documento, con il Triennale e il Documento unico di programmazione, ma solo con i voti della maggioranza. E se i 12 consiglieri di opposizione hanno lasciato l’aula prima del voto, a loro si sono accompagnati anche tre consiglieri di maggioranza, Edoardo Raimondi, Silvio Di Primio e Valentina De Luca di Liberi a Sinistra.
E intanto la consigliera di Fratelli d’Italia, Carla Di Biase, ha preannunciato che farà ricorso al Tar perché il Bilancio sarebbe stato approvato fuori tempo massimo.
Tuttavia adesso, con 17 voti a favore e 16 assenti in aula, è possibile l’eseguibilità immediata del Dup (documento unico di programmazione) e del bilancio.
Di seguito, la dichiarazione di voto del sindaco Diego Ferrara che ha chiuso gli interventi:
“Permettetemi innanzitutto di ringraziare tutti gli assessori, da quello al Bilancio, Tiziana Della Penna, ma anche tutti gli altri componenti la Giunta, compresi l’avvocato Raimondi e la professoressa Maretti che hanno rimesso nelle mie mani le loro deleghe per motivi professionali. Ringrazio tutti i miei consiglieri e anche la struttura amministrativa del Comune di Chieti – ha detto il sindaco Diego Ferrara -. Questi sono i ringraziamenti di un sindaco che pure trovandosi sovente dal 7 ottobre 2020 in oggettive difficoltà nella gestione politica dell’Ente, per via di quella che ho più volte definito la “Tempesta perfetta”, non si è mai sentito solo ed ha percepito e avuto la collaborazione necessaria al momento opportuno.
La costruzione di questo bilancio è stata importante, quanto complessa. Il bilancio, in condizioni normali, è definito tale perché deve assicurare un pareggio economico e finanziario che preveda ragionevoli rapporti nelle componenti della spesa pubblica, in modo che né una, né nessuna di esse ne comprimano altre, rendendo impossibile la copertura dei servizi indispensabili. Questo bilancio rappresenta una demarcazione netta fra il passato, l’immediato e il futuro della città. Rappresenta la consapevolezza di un’Amministrazione locale che: con l’impoverimento generale della società, con le sempre più evidenti ristrettezze delle finanze statali, con le accresciute esigenze e richieste di servizi da parte dei cittadini in conformità degli standard occidentali, sa che deve rendere virtuoso il rapporto fra entrate e uscite, sapendo anche che nessun errore gli sarà perdonato.
In Italia, fino al 2021 erano in dissesto finanziario più di 120 Comuni su un totale di 7.900 municipalità e all’Assemblea nazionale Anci di Genova, di recente, si è parlato di un aumento futuro di questo numero. La mancanza di un fondo perequativo dello Stato in una realtà in cui il fabbisogno complessivo dei Comuni non può ormai più essere finanziato dalle sole entrate fiscali dell’Ente stesso, ha portato a più di 10 milioni di euro la mancanza di fondi necessari a coprire tutte le esigenze. A ciò si associa una riduzione dei LEP, livelli essenziali di prestazione, che rende oltremodo difficoltosa l’elaborazione e l’erogazione di tutti i servizi necessari su un determinato territorio. La disciplina di pareggio di bilancio, prevista dalla legge costituzionale n. 1 del 2012 e perfezionata dalla legge n. 43 sempre del 2012, costituisce per gli enti locali la nuova regola contabile mediante cui gli Enti territoriali concorrono alla sostenibilità delle proprie finanze pubbliche. Introdotta con la legge di bilancio del 2017, la norma stabilisce che si raggiunge l’equilibrio quando il saldo fra entrate e spese finali non è in negativo: quindi, cari consiglieri, siamo di fronte a numeri e a formule matematiche, non permeabili da prese di posizione ideologiche, né da dietrologie personali o dettate dalle vicissitudini della casacca politica di turno. Quando si approva un bilancio preventivo si approvano le aspettative di una città. Una città che oggi, come tante altre, sempre più numerose, risente del fenomeno della decrescita socio-economica e che con l’aumento dell’età dei suoi abitanti, la diminuzione della parte attiva della popolazione, con la vecchia classe media che si impoverisce e con l’avanzare del lavoro povero e non specializzata, è una città fragile.
Ebbene questa Amministrazione ha portato avanti un lavoro quotidiano di ricostruzione democratica per dare risposte politiche ed economiche a tutti i cittadini, soprattutto ai più vulnerabili, cercando di rispondere alla protesta e alla rabbia comprensibili con la forza della persuasione, della razionalità e della progettualità che abbiamo messo in campo in questi tre anni di governo di Chieti e che presto diventerà visibile anche nelle opere che abbiamo messo in cantiere per guardare a un futuro migliore, nonostante le premesse e la tragica situazione dei conti che ci siamo trovati nelle mani.
E questa ricostruzione democratica può essere espressa anche attraverso il linguaggio freddo dei numeri, perché in bilancio, la salvaguardia degli equilibri con le caratteristiche di universalità, unità e integralità che lo accompagnano, è un linguaggio formale ma assolutamente limpido per narrare l’azione politica di un’Amministrazione. Le scelte fatte – ha concluso Ferrara – vanno incontro alla nostra volontà sentita e seria di costruire con le opere e la loro messa in sicurezza, quegli spazi di dialogo, di convivenza, di serenità in cui trovare la risposta democratica alle esigenze del bene comune. Viva Chieti, viva noi”.