Nascono due case di seconda accoglienza (“di sgancio”), da realizzare al piano terra e al piano superiore di una palazzina residenziale.
PESCARA – Non solo una sensibilizzazione costante della popolazione con iniziative di ogni genere che coinvolgano tutti, dai bambini agli anziani. Il Comune di Pescara continua a lavorare anche sulle iniziative concrete di sostegno alle donne vittime di violenza. E nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il sindaco Carlo Masci e l’assessore alle Politiche sociali Adelchi Sulpizio annunciano la nascita di due case di seconda accoglienza (”di sgancio”), da realizzare al piano terra e al piano superiore di una palazzina residenziale che si trova in strada Colle Marino confiscata alla criminalità.
Lì saranno ospitate, dopo i lavori di ristrutturazione finanziati con 315mila euro dal Pnrr (Agenzia per la coesione sociale), le donne che hanno intrapreso un percorso di uscita dalla violenza: donne sole o con i propri figli. Il progetto “Demetra” ha il duplice obiettivo di ridurre il rischio di rientro delle donne in casa, nel caso in cui non abbiano la possibilità di mantenersi economicamente, e di aumentare progressivamente la capacità di empowerment e l’autonomia delle vittime di violenza.
“Gli appartamenti, spiega il vicesindaco Sulpizio, saranno sistemati e resi funzionali per ospitare a canone concordato (per un periodo massimo di 18 mesi) due nuclei familiari e cioè una donna sola e una con due figli. Per le beneficiarie sarà prevista la possibilità di avvalersi del sostegno di professionisti altamente specializzati. Demetra è solo uno dei tasselli pensati, progettati e costruiti dal Comune di Pescara per il contrasto alla violenza sulle donne: dal 2006 Pescara, insieme ad altri Comuni (Torino, Napoli, Palermo e Venezia), è una città pilota del 1522, il numero antiviolenza nazionale, e ha attivato una rete antiviolenza interistituzionale, dal 2004. Tra i servizi promossi c’è il Centro antiviolenza gestito in convenzione con l’associazione Ananke, c’è la prima Casa rifugio d’Abruzzo, e c’è anche il Centro per accogliere gli uomini maltrattanti”.
“Per quanto riguarda gli immobili sottratti alla criminalità, ricorda Masci, non si tratta del primo progetto del genere in campo sociale visto che negli anni passati il Comune ha destinato, per la prima volta in Abruzzo e a Pescara, gli immobili confiscati alle persone senza dimora attivando contemporaneamente una serie di azioni sinergiche come l’orientamento al lavoro e i tirocini formativi per chi non aveva una casa. E ha anche attivato uno sportello di ascolto sociale in uno degli appartamenti confiscati alla criminalità”.
“Oggi la soddisfazione è doppia, conclude Sulpizio, perché diamo ancora una volta una dimensione sociale agli immobili sequestrati alla criminalità e lo facciamo in favore delle donne che sono uscite dal tunnel della violenza, che hanno avuto il coraggio di denunciare, di farsi aiutare e di tornare libere. Ed è importante che l’intervento sia finanziato dall’Europa, senza gravare sulle tasche dei pescaresi”.