Il sindaco Ferrara: “Uniti dobbiamo agire ora sull’educazione a tutti i livelli per la tutela delle donne”
CHIETI – Si è aperta con la firma che rinnova il protocollo della rete antiviolenza cittadina la due giorni dedicata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, organizzata dall’Amministrazione, Assessorato alle Pari opportunità, con il Centro antiviolenza del Comune Donna Alpha. Al Museo Costantino Barbella stamane si sono ritrovate le autorità e le associazioni firmatarie dell’intesa, le cui prime firme sono state poste dal sindaco Diego Ferrara, dal Prefetto dottor Mario Della Cioppa, dal direttore generale della Asl 2 Thomas Schael, dalla coordinatrice della rete e responsabile del centro antiviolenza Donna Alpha Marialaura Di Loreto, in presenza dell’assessora alle Pari Opportunità Chiara Zappalorto.
A seguire, sempre al Barbella, la presentazione dei dati della Rete, con il report dell’attività della rete antiviolenza per il 2023 che si è aperta con un minuto di rumore in memoria di Giulia Cecchettin e a favore di una mobilitazione istituzionale, sociale e culturale per la prevenzione dei femminicidi e promozione di una cultura nuova.
“Il protocollo è foriero di un’azione concreta e utile per la comunità e per le donne che vivono situazioni di violenza e hanno la forza, il tempo e il coraggio di denunciare e di provare a uscire – così il sindaco Diego Ferrara alla firma del protocollo – . Ringrazio il Prefetto che con la sua autorevole firma e presenza porta la città nella rete nazionale della prevenzione, una conferma che per noi equivale a consolidare sia l’unione per la lotta a quella che è una realtà sempre più pesante, perché inspiegabile e ingiustificabile da tutti i punti di vista, sia un’azione che unisce tutte le istituzioni e tutte le realtà sociali e culturali, nonché economiche che tutelano e aiutano le donne a uscire da queste spirali vive. Ringrazio anche la Asl, perché il ruolo delle istituzioni sanitarie è fondamentale per l’emergenza e per l’approccio alla casistica. Ma soprattutto ringrazio il motore della rete, dalla sociologa Marialaura Di Loreto che ne è motore anche come coordinatrice del centro antiviolenza, a tutte le associazioni e realtà firmatarie, che sono un braccio operativo prezioso e sempre attivo, che rende concreta l’azione decisa e promossa dalle istituzioni. Uniti dobbiamo agire ora sull’educazione a tutti i livelli per la tutela delle donne e per far crescere i nostri figli con una sensibilità nuova”.
“Necessario modificare il protocollo per adeguarlo alle nuove leggi, alla situazione aggiornata sulla violenza di genere che è diventata più subdola e più efferata, come dimostra la morte di Giulia e le 106 donne uccisa da gennaio a oggi – illustra Marialaura Di Loreto nella presentazione dei dati della rete – . Alcune sono le novità sui firmatari e contenuti: l’ingresso del tribunale dei Minori, perché abbia valore il trauma della violenza passiva, dei figli costretti ad assistere alla violenza sulle madri e la Casa circondariale, con cui abbiamo già lavorato in tal senso; le azioni sui sex offender perché chi fa violenza va punito e deve essere seguito. I dati. Nell’ultimo anno sono 300 le donne che si sono rivolte al centro attraverso il numero verde 8004325500: 172 le richieste di informazioni, 47 le consulenze legali. Ammontano a 178 le prese in carico. Il profilo che emerge dai dati: per il 36% si tratta di donne dai 30 ai 39 anni, per l’86% italiane. Fautori della violenza sono per il 43% i mariti, per il 20% i compagni e per il 18% gli ex mariti, a seguire ex fidanzati, fidanzati, famigliari, conoscenti ed ex compagni, tutti di origine per l’89 per cento italiana. Guardando al tipo di violenza: il 36 per cento subiscono violenza psicologica; per il 22 fisica; per il 16% sessuale ed economica (pari grado) e stalking 10%. Atroce la violenza fisica: spintoni, schiaffi, scuotimenti e tirate di capelli il 30%; pugni, morsi, testate e cadute per il 24%; utilizzo di oggetti contundenti, il 21%; a seguire strangolamento, uso di armi da fuoco e da taglio, cacciate di casa. Rilevante anche la violenza economica: dal mancato pagamento dell’assegno, all’abbandono economico, al controllo delle spese personali, all’impedimento della ricerca e mantenimento dell’impiego. Sulla violenza sessuale: il 27% un rapporto sessuale subito; richiesta di atti sessuali umilianti; molestie; stupro; prostituzione forzata. Per uscire dalla spirale e ricostruire una posizione e una rinascita personale e professionale: il 96 per centro delle donne prese in carico usufruisce tramite la Rete di sostegni per l’autonomia abitativa e delle politiche per il reinserimento lavorativo. Si tratta di azioni che funzionano, visto che il 96% delle donne prese in carico ha anche terminato il tirocinio extracurriculare previsto. Operativo e con ottima risposta è anche l’incrocio delle situazioni alle possibilità lavorative ottenute con tutte le forze della rete: con percorsi rivolti a donne-madri e ai bambini che hanno assistito a storie di violenza”.
“Abbiamo voluto questa due giorni perché dobbiamo fare la nostra parte come istituzioni che si aprono a una cultura nuova e che propongono nuove soluzioni – conclude l’assessora alle Pari Opportunità Chiara Zappalorto – . Oggi in Giunta abbiamo approvato una delibera con cui porteremo in Consiglio il nuovo Regolamento della Commissione per le Pari Opportunità, le Politiche di Genere e i Diritti Civili. Bisogna agire e farlo immediatamente, perché non ci siano altre morti come quella di Giulia Cecchettin, una goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo da anni”.