Il segretario generale Uil Abruzzo, Lombardo: “Un argomento che deve diventare patrimonio culturale del Paese e questione di interesse della nostra regione”
Sono preoccupanti i numeri di morti e infortuni sul lavoro dell’Abruzzo: da gennaio a novembre 2023 si contano 29 lavoratori deceduti durante lo svolgimento delle proprie mansioni lavorative. Un dato preoccupante che in Abruzzo ha un’incidenza maggiore rispetto alle altre regioni italiane e che è peggiorato rispetto al 2022, quando gli incidenti mortali sono stati 25. Gli infortuni, da gennaio a luglio 2023, sono 7.156; lo scorso anno 15.813.
Sicurezza sul lavoro, prevenzione, pari opportunità e lavoro inclusivo sono stati i temi affrontati, durante il “La sicurezza della cultura per una cultura della sicurezza, una prospettiva anche di genere“, organizzato da Uil in collaborazione con l’ateneo abruzzese, all’Università degli studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, nell’Auditorium del Rettorato.
All’incontro hanno partecipato esponenti del mondo accademico e sindacale che si sono confrontati sull’argomento. Gli interventi sono stati a cura del professor Liborio Stuppia, rettore della “d’Annunzio”, del professor Luca Di Giampaolo, presidente del corso di laurea in Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, della professoressa Michela Cortini, presidente del corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche, della professoressa Annarita Frullini, del Centro studi strategia di genere, del segretario generale Uil Pierpaolo Bombardieri, della segretaria nazionale e responsabile del settore sicurezza sul lavoro Uil Ivana Veronese, della dottoressa Gianna Tollis, responsabile regionale del coordinamento Pari opportunità Uil Abruzzo
Presente il segretario generale Uil Abruzzo, Michele Lombardo, che ha così commentato l’incontro: “La Uil, ormai da qualche anno, ha esposto ai governi che si sono avvicendati dal periodo della pandemia ad oggi, la necessità di mettere al primo posto il tema della sicurezza sul lavoro. Del resto le morti sul lavoro in Italia e in Abruzzo e gli infortuni sono pane quotidiano. Il tema deve tornare ad essere un argomento centrale nella discussione con il Governo e con le istituzioni regionali e locali. Il convegno di oggi va anche oltre la materia di confronto tra Governo e parti sociali, perché noi pensiamo che bisogna cambiare il paradigma. Non bisogna intervenire quando abbiamo già registrato un morto o un infortunato. Bisogna cambiare la cultura, ecco perché abbiamo scelto di fare questo incontro all’università di Chieti, dove c’è un corso di laurea triennale dal quale usciranno esperti in tecniche di prevenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il tema della sicurezza sul lavoro deve diventare patrimonio culturale del Paese e questione di interesse della nostra regione. Piangere morti e infortunati sul lavoro quando questo è già avvenuto, oggi più che mai, per noi è un atteggiamento ipocrita. Da un alto, bisogna lavorare per sensibilizzare Governo e istituzioni regionali e locali a mettere in campo tutte le iniziative di formazione e informazione e di finanziamento sul settore, dall’altro cambiare la cultura del mondo del lavoro e dell’impresa, partendo dalle scuole e dalle università, iniziando a far comprendere ai giovani che il tema della sicurezza va messo al primo posto”. “La Uil ha avviato da qualche anno la campagna nazionale di sensibilizzazione Zero morti sul lavoro – ha concluso il segretario Lombardo – nella quale crediamo fortemente. Pensiamo che non sia utopistico poter ragionare su un mondo del lavoro in cui i morti arrivino a zero, però c’è bisogno di tanto impegno. La nostra organizzazione ha chiesto anche a questo Governo, come a quelli precedenti, di affrontare il tema in modo concreto. Purtroppo non registriamo menzione dell’argomento all’interno della manovra finanziaria, ma riteniamo che sia un tema prioritario da affrontare a livello nazionale e da inserire anche nei lavori delle giunte regionali e degli enti locali”.
Per Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil: “Il tema della sicurezza è un capitolo fondamentale delle nostre piattaforme rivendicative, alla base della mobilitazione di Uil e di Cgil di questi giorni: su questo punto, l’azione del Governo è stata nulla. Ci sono stati diversi incontri e, unitariamente, abbiamo anche proposto un patto sulla sicurezza. Purtroppo, abbiamo ascoltato tante chiacchiere, ma fatti ‘zero’: nella manovra non c’è un solo riferimento al tema della sicurezza sul lavoro. C’è una sorta di assuefazione ai morti sul lavoro, si parla di incidenti anche quando non lo sono, come nei casi in cui vengono manomessi i dispositivi o i sistemi di sicurezza per evitare che le macchine si fermino: in quel caso, secondo noi, si tratta di omicidi. C’è bisogno di più controlli, più ispezioni, più ispettori e più investimenti, magari utilizzando anche i 2 miliardi che, ogni anno, invece di essere destinati alla prevenzione, vengono trasferiti dall’Inail allo Stato, per coprire buchi di bilancio. Si può e si deve fare molto anche dal punto di vista culturale. Perciò oggi, ne parliamo con studenti e giovani, perché la prevenzione e la formazione sono armi fondamentali per fermare questa strage”.