Rinviati a giudizio gli autori della pagina Facebook “Costantini fa cose”

14 Novembre 2023
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La pagina è stata oscurata. I capi di imputazione sono quelli di diffamazione e stalking

La pagina è stata oscurata. I capi di imputazione sono quelli di diffamazione e stalking

La pagina Facebook Costantini fa cose è stata oscurata, dopo il decreto di sequestro preventivo del giudice Roberto Veneziano, e gli autori Gianluigi Di Bonaventura e Gabriele Capodicasa sono stati rinviati a giudizio, su richiesta del pm Greta Aloisi, per concorso in diffamazione e stalking, al termine della camera di consiglio che si è tenuta oggi al tribunale di Teramo. Il primo cittadino di Giulianova Jwan Costantini si è costituito parte civile, rappresentato dall’avvocato Gianni Falconi che ha richiesto il “risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e morali subiti sia in proprio che in qualità di Sindaco del Comune di Giulianova nella misura di 300mila euro”. 
La pagina Facebook Costantini fa cose, oggi oscurata, riportava post ritenuti dalla Procura e dalla difesa di parte civile “falsi, denigratori, molesti e intimidatori” tutti da intendersi come “atti persecutori”, che “richiamavano ora l’uso di sostanze stupefacenti, ora il compimento di gravi reati contro la Pubblica amministrazione e contro il patrimonio, ora contenuti razzisti, ora di contenuto sessuale, ora offese fisiche (…) finalizzati a pregiudicare il consenso politico della persona offesa al mal celato scopo di costringerlo a dimettersi dalla carica di Sindaco della città di Giulianova”. 
Agli atti della procura sono riportati i post della pagina su cui si è basata la richiesta di rinvio a giudizio, come il post “dopo che il portaborse regionale del nostro partito è stato fermato dalla Finanza, nei pressi della nostra città e gli è stata trovata la Bamba… Abbiamo finalmente capito il significato, gli interessi e gli scopi della tanto decantata… FILIERA DRITTA”, corredato da un fotomontaggio con il volto del sindaco intento a reggere un vassoio con 3 strisce di cocaina. E poi ancora, si riportano episodi come quello in cui Di Bonaventura Gianluigi si era appostato in via Garibaldi nei pressi degli uffici del Comune e si era rivolto al sindaco con insulti vari tra cui “sei un mezz’uomo, la pagherai, vedrai cosa ti succede, stai attento” e, come si legge dagli atti “avvicinandosi al suo viso puntandogli un dito contro, minacciava allo stesso un danno ingiusto”. 
L’udienza è stata fissata al 2 febbraio 2024

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