Ferrone: serve condivisione con il mondo delle imprese per gestire una situazione sin qui assai poco chiara
Continua a far rumore la dichiarazione del Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini secondo il quale servirebbero altri due anni prima che i cantieri della A14 vengano smantellati. Dopo l’intervento del parlamentare abruzzese, Giulio Cesare Sottanelli, interviene anche Luciana Ferrone, Presidente CNA Fita Abruzzo: “Se rispondono a verità le parole pronunciate dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, secondo cui occorreranno almeno altri due anni per completare i lavori sul tratto tra Abruzzo e Marche dell’autostrada A14, ci troveremmo di fronte a un quadro emergenziale da gestire senza l’approssimazione che ha caratterizzato sin qui la vicenda”. Secondo la Presidente Ferrone è una vera e propria beffa la scritta sui cartelloni cantieristici sui quali è riportato che i lavori di manutenzione saranno terminati entro la fine del 2023 e aggiunge: “se da una parte sorge il sospetto che al ministro i gestori dei lavori forniscano informazioni vaghe a approssimative, perché a questo punto andrebbero anche chiarite responsabilità circa tempi e modi di gestione dell’appalto, possibilità di integrare le maestranze utilizzate per ridurre i tempi, occorre dall’altra mettere a punto un piano d’emergenza. Un piano che valuti davvero il cosa fare: perché qui sono in ballo gli interessi generali della mobilità dei cittadini, ma anche e soprattutto di chi la viabilità autostradale la usa per lavorare, come il mondo dell’autotrasporto. In questi anni, code e ritardi dovuti ai lavori hanno provocato problemi gravissimi, con perdita di competitività, aumento dei costi, rischi per la sicurezza delle persone e delle merci”. In conclusione, CNA Fita Abruzzo auspica un incontro con tutti gli interessati: ”serve mettere intorno a un tavolo tutti gli attori della vicenda, con il coinvolgimento del mondo delle imprese, per programmare e condividere in modo responsabile un percorso complesso: facciamo appello soprattutto ai Prefetti dei territori coinvolti affinché si facciano parte attiva nel sostenere queste ragioni, mettano insieme tutti i soggetti coinvolti, per evitare che danni si sommino ad altri danni”.