L’Usb Lavoro privato accusa la Iscot spa e annuncia battaglia a tutela dei lavoratori per salvaguardare i livelli occupazionali
“Come un fulmine a ciel sereno, senza alcun confronto sindacale, la Iscot SpA ha comunicato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo di 32 lavoratori ai sensi ex artt. 4 e 24 della legge 23 luglio 1991 n 223. Avrà effetto in data 30 novembre 2023 a causa della comunicazione di interruzione dell’appalto, da parte della committente, relativo ai servizi di movimentazione mezzi di raccolta nello stabilimento Stellantis di Atessa”.
A denunciarlo è il sindacato Usb, che aggiunge: “La Iscot sostiene che tale procedura si è resa necessaria per l’impossibilità di ricollocare il personale sugli altri appalti in essere nello stabilimento e perché non avendo potuto partecipare alla gara di aggiudicazione del nuovo appalto non può conoscere quale sarà effettivamente il perimetro del nuovo contratto per applicare l’art 4 del CCNL Multiservizi che consente il passaggio del personale al nuovo aggiudicatario. Faremo richiesta di esame congiunto atto all’espletamento della procedura per salvaguardare i livelli occupazionali anche se riteniamo inaccettabile che non vi sia stato nessun confronto sindacale in merito e chiediamo il ritiro immediato della procedura con il coinvolgimento di Stellantis che garantisca il passaggio alla nuova aggiudicante di tutti i lavoratori con garanzie di parità di condizioni economiche e normative previste”.
“L’Usb è pronta a mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare i lavoratori, iscritti e non, che da alcuni anni subiscono una condizione lavorativa e retributiva penalizzante dovuta ai tagli dei costi praticati dalla Stellantis. Molti lavoratori delle aziende in appalto, tra questi anche quelli della Iscot, si sono visti ridurre orari lavorativi settimanali e hanno subito il costante ricorso agli ammortizzatori sociali che, unitamente all’inflazione a due cifre, ha falcidiato le loro retribuzioni. Non si specula sulla pelle dei lavoratori e sia la Iscot che Stellantis devono farsi carico del problema che rischia di lasciare in mezzo alla strada non solo i 32 lavoratori ma anche le loro famiglie. Le istituzioni e la politica devono aprire gli occhi e mettere fine a questi perversi meccanismi che garantiscono risparmi e maggior efficienza alle aziende ma schiacciano i lavoratori che pagano sempre il prezzo più alto”.