L’incarico affidato dal gup a causa della divergenza tra le perizie presentate da azienda e procura
È Francesco De Marzo il perito che dovrà fare chiarezza sulle cause dell’esplosione che ha visto protagonista la Sabino Esplodenti di Casalbordino il 21 dicembre 2020, in cui persero la vita i tre operai Carlo Spinelli, 45enne di Casalbordino, Paolo Pepe, 45enne di Pollutri, e Nicola Colameo, 64enne di Guilmi.
L’incarico è stato affidato ieri, 12 ottobre, in seguito all’udienza svoltasi il 3 ottobre al tribunale di Vasto, in cui il giudice per le indagini preliminari, Anna Rosa Capuozzo, ha autorizzato una terza consulenza super partes in quanto la perizia inoltrata dalle difese della Sabino esplodenti sostiene che ci sarebbe stata imperizia da parte dei tre lavoratori poi deceduti nell’esplosione, ed è diametralmente opposta a quella effettuata dalla procura, che sostiene invece la negligenza dell’azienda, accusando dieci persone, tutte appartenenti a vario titolo alla Sabino esplodenti, inclusa la società, di omicidio colposo plurimo derivato da imperizia e dalla non osservanza delle norme di sicurezza.
Gli imputati sono il legale rappresentante e presidente del Cda della Esplodenti Sabino spa, quattro consiglieri di amministrazione, il direttore dello stabilimento, il responsabile del servizio protezione e prevenzione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il capo reparto, la società in persona del legale rappresentante, e la società che è sottoposta a procedimento penale per responsabilità amministrativa per omicidio colposo plurimo.
Tre anni fa l’esplosione avvenne nel primo pomeriggio, mentre si stavano smaltendo diversi materiali. La fabbrica venne sottoposta a sequestro e rimase ferma per ben sette mesi, per poi riprendere le attività a luglio del 2021 dopo aver ottenuto il dissequestro con il via libera del giudice.