Il 21 giugno scorso l’avvocato era stato scelto dal capomafia per la propria difesa nel procedimento di sorveglianza relativo alla tutela dei suoi diritti come detenuto in regime di 41 bis
«Ora verrà giudicato dall’unico giudice di questa vita», sono le parole di Alessandro Cerella, il penalista 29enne del foro di Vasto, scelto il 21 giugno scorso per la propria difesa nel procedimento di sorveglianza da Matteo Messina Denaro, il capomafia morto nella notte tra il 24 e il 25 settembre nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove era ricoverato dal mese di agosto. L’avvocato Cerella era stato associato anel procedimento di sorveglianza alla collega Lorenza Guttadauro del Foro di Palermo.
«Ho appreso la triste notizia alle 4 di mattina – dice il legale vastese – e mi sono unito al cordoglio dei familiari». L’avvocato in quersti ultimi tre mesi ha incontrato il boss per definire le questioni legali relative alla tutela dei suoi diritti in qualità di detenuto in regime di 41 bis.
Riguardo all’esame autoptico predisposto in queste ore sul corpo di Messina Denaro, l’avvocato Cerella diche che «i motivi per cui è stata disposta l’autopsia non mi sono noti e del resto, essendo stato difensore nel provvedimento di sorveglianza, con la scomparsa di Messina Denaro la mia missione si è conclusa».